sabato 31 maggio 2008

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Contro la megadiscarica di Chiaiano.
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Manifestazione 1 Giugno 2008
Concentrazione stazione metropolitana di Chiaiano
Ore 16,30
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Il regime costituito dal governo Berlusconi-Veltroni ha deciso di risolvere il problema dei rifiuti a Napoli con un attacco militare e una repressione generalizzata alla popolazione di Chiaiano. Questa è la strada decisa per governare l’Italia nei prossimi anni. Attraverso un regime totalitario e di repressione si intende portare avanti il programma del massacro di lavoratori e la devastazione ambientale totale. Il pugno di ferro che vogliono usare contro la popolazione di Chiaiano vogliono usarlo poi anche contro la popolazione di Vicenza che si oppone alle base di Dal Molin e alle popolazioni che si oppongono alla costruzione della Tav. Con questo metodo vogliono disseminare l’Italia di centrali nucleari, con lo stesso metodo vogliono reprimere qualsiasi manifestazione di opposizione e dissenso ad una politica economica che sta portando alla fame la maggior parte dei lavoratori e dei cittadini italiani attraverso stipendi sempre più bassi distrutti dalla tenaglia del blocco decennale dei salari e dell’inflazione, pensioni sempre più basse e insicure, condizioni di lavoro pericolose e ritmi infernali che producono centinaia di morti l’anno, precarizzazione dei rapporti di lavoro che aumentano costantemente la quota dei lavoratori non-garantiti, lo sfruttamento bestiale e la condizione di quasi schiavitù dei lavoratori migranti. La lotta della popolazione di Chiaiano, in questo momento, assume un valore fondamentale, contro la linea politica di un governo totalitario, per la prospettiva della costruzione di un’alternativa politica al sistema.

domenica 25 maggio 2008


No alla megadiscarica di Chiaiano!
No alla repressione!

Napoli è una città devastata da un punto di vista ambientale, la cementificazione totale di quasi tutto il territorio urbano e metropolitano, la scomparsa quasi completa di aree verdi, il collasso totale del ciclo dello smaltimento dei rifiuti, tutto questo fa di questa metropoli un luogo dove la semplice sopravvivenza diventa estremamente difficile. Il progetto di fare in questo territorio devastato una megadiscarica a Chiaiano è una follia criminale. La selva di Chiaiano è una delle pochissime aree verdi di Napoli, insieme al bosco di Capodimonte ed al parco degli Astroni l’ultima riserva di ossigeno di una città completamente cementificata, sotto la selva di Chiaiano scorre una falda acquifera fondamentale. Questo territorio si trova, in linea d’aria, a poche centinaia di metri dalla zona ospedaliera che contiene tutti i più grandi e importanti ospedali non solo di Napoli , ma di tutta la regione Campania. Inoltre la selva si trova su una zona collinare che ha una forte instabilità del suolo, negli ultimi anni numerose e gravi frane l’hanno devastata, questa vegetazione rappresenta l’unica salvaguardia per centinaia di migliaia di persone che vivono su questa collina, costruire la megadiscarica e eliminare altro verde significa mettere a repentaglio la vita di migliaia di cittadini. Costruire a Chiaiano una megadiscarica sarebbe l’ultimo e definitivo crimine contro la città di Napoli e i suoi cittadini. Eppure questa è l’unica soluzione che propone una classe dirigente e un potere politico che sono giunti a un fallimento storico definitivo. Il fatto che in questa città il sindaco Rosa Russo Jervolino e il presidente della Regione Bassolino siano ancora al loro posto è una vergogna , hanno trascinato le istituzioni pubbliche in un discredito totale e una mancanza di credibilità quasi assoluta. Questa classe dirigente corrotta e incapace vorrebbe risolvere la situazione con una repressione generalizzata, che nel caso di Chiaiano potrebbe risolversi in un vero e proprio massacro. U.C. solidarizza con la resistenza popolare, invita tutte le forze sociali, civili, politiche a sostenere fattivamente e concretamente questa lotta, ove mai dovesse avenire questo massacro di cittadini inermi la Repubblica Italiana avrebbe cambiato completamente la sua natura, sarebbe uno stato che avrebbe come unico strumento di governo la repressione.