venerdì 6 giugno 2008

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I veri fannulloni sono al potere

In questo periodo è in atto una squallida e scellerata campagna mediatica contro i “fannulloni”. L’obiettivo è la colpevolizzazione e crimininalizzazione dei lavoratori , con lo scopo di privarli di alcuni diritti fondamentali storicamente acquisiti. Fino a prova contraria i lavoratori con la loro attività producono la ricchezza che permette la quotidiana riproduzione della società, immettendo valore nelle merci e in tutte le attività umane. I lavoratori, quindi, sono l’antitesi dei fannulloni, sono il pilastro fondamentale della società. Ci sono certamente dei fannulloni, ma questi bisogna individuarli da un’altra parte, sono i padroni associati in Confindustria, sono i ministri di questa repubblica con i loro portaborse e lacchè,gli assessori e consiglieri regionali comunali e provinciali, sono i manager pubblici e privati con le loro retribuzioni stratosferiche, sono i burocrati di stato, sono i preti che vivono nel lusso con gli oboli dei fedeli, le rendite secolari e i privilegi di stato, sono le burocrazie sindacali che vendendo i diritti dei lavoratori si sono guadagnate laute ricompense e privilegi. Sono questi i veri fannulloni della società e certamente non verranno mai aboliti con un decreto, ma soltanto se i lavoratori avranno la forza di effettuare una rivoluzione sociale, culturale , politica che li spazzi via per sempre. Attualmente, in Italia, i lavoratori non hanno più una rappresentanza politica e sindacale, si pone storicamente la necessità della costruzione del Partito Comunista Rivoluzionario e del Sindacato di classe dei lavoratori. In Italia i lavoratori hanno il salario-medio più basso d’Europa, è necessaria una battaglia di tutti i lavoratori uniti per ottenere il salario minimo di 2000 Euro mensili e il ripristino della scala mobile. Gli strati sociali che stanno precipitando sotto la soglia di povertà aumentano ogni giorno, la crisi alimentare mondiale e l’aumento costante dei prezzi delle derrate alimentari impongono la necessità di instaurare queste due misure di difesa dei livelli minimi di vita dei lavoratori.

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